CARLOPOLI L a S t o r i a |
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COMUNE DI CARLOPOLI
Il comune di Carlopoli nella struttura amministrativa attuale nacque in data 1/6/1869, come conseguenza del decreto dell’amministrazione provinciale di Catanzaro nr. 4981 del 21 Marzo dello stesso anno che deliberò l’aggregazione dei comuni, fino ad allora autonomi, di Castagna e Carlopoli. La storia dei due centri fino a quella data rimase sostanzialmente distinta. Castagna apparteneva infatti all’antico feudo di Scigliano e rappresentava, assieme a Panettieri, l’estrema propaggine sud – orientale della Calabria Citra. Carlopoli apparteneva alla contea di Tiriolo e faceva parte della “Terra” di Gimigliano e rappresentava l’estremo limite settentrionale della Calabria Ulteriore II.
CARLOPOLI
Il territorio dove oggi sorge l’abitato di Carlopoli, si trova al centro di un ideale triangolo i cui vertici sono rappresentati da tre antichi paesi di diversa origine ma che nel tempo ne influenzarono la storia. Tiriolo, esistente già in età protostorica, Scigliano, di origine romana, emanazione dell’antica Martirano il cui nome richiama il dio latino della guerra, e Taverna, l’antica Trischene. Tale posizione privilegiata rappresentò, anche grazie alla limitrofa presenza dell’abbazia di Corazzo, percorsi di transito soprattutto nel Medioevo. Diversi ritrovamenti di reperti archeologici avvenuti nel secolo scorso in tutto il territorio compreso tra Scigliano e Tiriolo, dimostrano che queste terre furono interessate da insediamenti umani in età protostoriche, se non addirittura preistoriche. Il più recente di tali ritrovamenti riguarda proprio il territorio del comune di Carlopoli: in località Terzo della Castagna sono stati rinvenuti nel corso del 2005 reperti risalenti all’età eneolitica e tracce consistenti di manufatti anche di epoche successive: bruzie , romane e medioevali, a testimonianza di un continuum abitativo da non sottovalutare. Ma Carlopoli fece il suo ingresso ufficiale nella storia nel 1625. Nel mese di Febbraio di quell’anno alcuni uomini provenienti da Panettieri e da altri antichi casali di Scigliano, presentarono al conte Carlo Cicala , proprietario del feudo di Tiriolo, una richiesta formale di fondare in quelle terre un nuovo casale che avrebbero chiamato, in onore allo stesso conte Cicala, Carlopoli: (Città di Carlo). Carlo Cicala approvò tali richieste e permise la fondazione feudale di Carlopoli per tomola 45 di germano da pagare ogni mese di Agosto. Circa cinque anni dopo l’infeudamento di Carlopoli, Carlo Cicala ebbe il privilegio di fregiarsi del titolo di Principe. Le attività economiche del XVII secolo a Carlopoli furono gestite da pochissime famiglie: i Montoro e i Guzzo, giunte da Tiriolo, e poi i Talarico , i Pingitore, i Brutto e i Nicotera. A testimonianza di quel tempo rimangono ancora a Carlopoli le vestigia di antichi palazzi signorili: arcaiche strutture murarie che paiono cocciutamente resistere al tempo e agli uomini. Nel corso del 1700 Carlopoli fu protagonista di un significativo incremento demografico, dovuto soprattutto ad un eccezionale sviluppo del commercio di prodotti caseari, di ovini e di legname. Carlopoli appare citata in vari registri di compravendita di merci nel corso del XVIII secolo: castagne et pelli pecorine e zimbarine, pellucce di capra e pecore senza lana. Inoltre in una tabella delle entrate della dogana di Napoli per la Calabria Ultra nel 1778 compare Carlopoli per 111 ducati e nel 1792 per 125 ducati. In questi anni si sviluppò a Carlopoli l’attività di lavorazione del latte che fece dei carlopolesi abilissimi artigiani la cui fama ancor oggi resiste soprattutto tra i loro eredi operanti sul litorale ionico tra Catanzaro e Crotone. Nel 1742 dal libro dello stato delle anime di Carlopoli, redatto dall’arciprete Filippo Aiello, si contano 230 nuclei abitativi. All’epoca i componenti medi di una famiglia erano otto, da cui facilmente si può calcolare il numero degli abitanti. Da ciò si evince come in poco più di cento anni Carlopoli seppe attirare migliaia di coloni, non solo da Scigliano e dai suoi casali: Panettieri, Castagna, Pedivigliano ecc. ecc. ma anche dalle terre di Tiriolo: Cicala, Gimigliano, Settingiano, divenendo così centro economico e sociale di primo piano. Ma anche da Carlopoli, gli antichi coloni si mossero. Dapprima come semplici transumanti nelle calde terre del Marchesato, poi divenendo in quelle terre sedentari. Ancor oggi i dialetti di molti paesi appollaiati sulle alture ioniche conservano ritmi e suoni dell’antica Carlopoli. Non solo: anche molti cognomi riecheggiano padri carlopolesi: Torchia, Talarico, De Fazio, Colosimo, Falbo, Gentile, ecc. ecc. Nel corso del Settecento però iniziò a dare segni di declino un’attività fino ad allora fiorentissima: l’allevamento del baco da seta. A Catanzaro, luogo terminale del commercio, dei 5000 telai esistenti nel XVII secolo, nel 1785 ne erano rimasti meno di trecento, inoltre nelle terre dei Cicala vi fu una contrazione quasi spontanea del gelso, sostituito da alberi da frutto. Il 29 Ottobre 1808 i Francesi, con decreto nr. 922, innalzarono carlopoli ad “Università”, cioè comune autonomo. Fu infatti solo dal 1809 che vennero istituiti, grazie al riordino amministrativo operato sulla scorta degli ideali giacobini, i registri anagrafici dei nati e dei morti: primo segno di civiltà e di rispetto verso tutti. Nel 1811 venne perfezionato il decreto 922 e Carlopoli entrò a far parte del distretto di Catanzaro .Durante il Risorgimento anche Carlopoli ebbe i suoi “Patrioti” : Alessandro Talarico, Filippantonio Talarico, Francesco Aiello, Serafino Talarico, Vincenzo Talarico, Giovanni Cianflone, Giuseppe Maria Scavo e Carmine Talarico, che può essere considerato il maggior esponente del liberalismo risorgimentale di Carlopoli e fu colui che, nell’imminenza della spedizione dei Mille si tenne in contatto con i maggiori esponenti rivoluzionari della regione: con Donato Morelli di Cosenza, con i catanzaresi Vincenzo e Antonio Stocco, nipoti del più noto Francesco, con i Marincola e con i comitati rivoluzionari di Reggio. Costoro furono attivissimi già nelle rivolte del 1848 e combatterono nei campi di Maida e Curinga. In un bollettino del 10 Giugno 1848 redatto nel campo di Maida appare, tra le altre, la firma di Alessandro Talarico. Per questi fatti essi furono processati dalla gran corte criminale borbonica nel 1852: questi i reati loro ascritti: Provocazione di reati contro lo stato con discorsi e con scritti nel fine di distruggere e cambiare il governo; Attentati contro la sicurezza interna delle stato con arruolamento in bande armate organizzate per distruggere e cambiare il governo, Reiterazione dei due misfatti. Nel 1867 scaturì un evento storico nella storia di Carlopoli: il 29 Settembre di quell’anno l’amministrazione provinciale di Catanzaro richiese ai comuni di Carlopoli e Castagna deliberazioni circa la loro effettiva volontà di aggregarsi. Il 3 Maggio 1868 il Sindaco di Carlopoli Davide Talarico lesse ad alta voce: Udita la proposta di aggregazione, come da nota 30 Marzo della Regia Prefettura, la quale ha per oggetto aggregazione del comune di Castagna a quello di Carlopoli, considerando che questo comune con pochissime rendite patrimoniali, tanto misere da non giungere alla cifra di lire cinquecento, deve di necessità ogni anno caricare i comunisti con tasse o con sovraimposte di tributi diretti onde far fronte alle spese del proprio bilancio che d’anno in anno vengono aumentando, considerando che Castagna trovasi press’a poco al medesimo stato e condizione nostra, essendo che sia indubbio il vantaggio delle associazioni, dal quale se crescono da una parte le spese, non crescono però mai in proporzione del maggior introito che si può avere, talchè l’uno e l’altro comune certamente vi troveranno un grandissimo interesse. Considerando che la posizione topografica d’ambedue si presti in ogni modo a questa aggregazione, non distando l’un l’altro questi due comuni più di un quarto d’ora di strada quasi piana: considerato che fatto un solo comune, essendo gli interessi pure fatti comuni sarà facilissimo realizzare ciò che da tempo è solo un asperanza: il tronco di strada che unisce alla consolare passando per Castagna che dista dalla consolare suddetta non più di mezz’ora, considerando che questa aggregazione porterà pure un vantaggio in riguardo alla sicurezza pubblica assai travagliata in Castagna, quali ne siano le cause che ora non può questo consiglio decifrare , ma che però seguendo l’aggregazione tutte sparirebbero. Il consiglio comunale di Carlopoli deliberò all’unanimità di aderire. A ciò seguì il 21 Marzo 1869 il Regio decreto nr. 4981 che soppresse il comune di Castagna: Vittorio Emanuele II Per grazia di Dio e volontà della Nazione Re d’Italia. Sulla proposta del Ministro dell’Interno, vista la deliberazione emessa dal consiglio Provinciale di Catanzaro nell’adunanza del 19 Settembre 1868 e quello dei consigli di Carlopoli e Castagna in data 3 e 11 Maggio 1868, Visto l’art. 14 della legge sull’Amministrazione comunale e provinciale in data 20 marzo 1865, allegato A, abbiamo decretato e dcecretiamo: Art.1 A partire dal I Giugno 1869 il Comune di Cstagna è soppresso ed è unito a quello di Carlopoli,. Firmato Vittorio Emanuele Salvatore Piccoli
L’atto di
nascita di Carlopoli è rappresentato da un atto notarile rogato dal notaio
Domenico Foco di Tiriolo il 6 Febbraio 1625. Questo il testo: “Augustino
Mancuso, Thomaso Mancuso, Minico Nicoletta, Francesco Talarico di
Gioantonio, Agatio Talarico, Michel Angelo Talarico, Francesco Talarico di
Vincilao, Luca Antonio Bruto, Pietro Gio Bruto, Jacopo Mancuso, Paulo
Mancuso, Minico Greco, Santo Chiellino, Lelio De Bona, Gio Lorenzo Gentile,
Jacopo Scalise, Gioberardino Cristiano, Pietro De Tupia di Panettieri e
d’altri lochi supplicando diceno a V.S. Ill.ma e proprio nel territorio
della sua terra di Gimigliano a vivere e morire vassalli di V.S. Ill.ma e
per poter maggiormente e con più comodità fare il tutto, et donare animo ad
altri che venghino ad habitare in detto loco et ampliare et agrandire esso
predetto casale supplicano V.S. Ill.ma sia servita concederli infrascritti
capituli e grazie V.Z. In primis supplicano V.S. Ill.ma che per potere fare
detto casale sia servita a concederli à censo emphiteotico proprio lo
staglio seu terra della corte di V.S. Ill.ma detta il staglio di Panettieri
posto nel territorio di detta sua terra di Gimigliano per tumula
quarantacinque di germano pagati
ogni anno del mese di Agosto di ciascheduno anno alli erari pro tempore
della detta sua terra di Gimigliano ò che V.S.Ill.ma comanderà cominciando
il primo pagamento ad Agosto prossimo del presente anno 1625 e così
continuerà in perpetuum et in memoria del nome di V.S. Ill.ma chiamarsi
detto casale Carlopoli o come V.S. Ill.ma comanderà. Intendesi che detto
staglio la terza parte delle terre restino per comuni dritti la Università
per potersi fare detto casale e farci case et horti essi supplicanti et ogni
altro che vorrà venire ad habitare in detto casale col pagarne la tersa
parte del detto censo di tumula quarantacinque lo anno, e l’altri due parti
delle terre dello staglio V.S. Ill.ma per speciale grazia li concede ad essi
supplicanti et ad altri a cui essi vorranno associarsi e darne parte con
pagarne le dui parti del censo predetto e che in parte essi supplicanti e
loro heredi et successori possino fatigare e farvi giornate e possessioni e
che possino guardarli come si guardano loro possessioni li cittadini della
sua terra di Gimigliano e casale di Cicala e che delle dette dui parti di
terre detto staglio non possino essi possessori e loro heredi, et successori
esser costretti per forsa a darne parti ad altri che venissero ad habitare
per far vigne e possessioni ne debbono pigliare in altri lochi della corte
di V.S. Ill.ma come meglio si potranno concordare e che il presente capitulo
loro voglia come se fossi l’instrumento pubblico e fatte saranno case e
vigne e possessioni possino essi supplicanti e loro heredi e successori in
proprio disponerne, venderle et alienarli tra vassalli di V.S. Ill.ma come
cosa emphiteotica con pagarne il jus della sessagesima che per ragione li
spetta.
Placet Ill.mo prout petitur confirmare, verum dictae alienationes
nullo modo fieri possint nisi inire vaxallos tantum et soluto jure
sexegesime secundum naturari emphitheuticam et possessoresbonorum semper in
solidum teneantur et obligati remanerat ad integram solutionem dicti censum
annuatim et in perpetuum, et si forte quod absit aliquo futuro tempore
dictum casale in totum
et cives omnes discederent extra jurisdictionem suae ill.mae dominis
tali caso ditta continentia terrarum ut supra concessa una cum juribus et
meliorationibus omnibus incidat in commissum et devoluatur ad ipsum ill.mum
dominum et eius curiam et nomen dicti casalis vocatur Carlopoli.
Il conte Carlo Cicala: confirmo ut supra!
Item supplicano V.S. ill.ma concederli che come novi habitanti
e vassalli di V.S. Ill.ma tanto essi supplicanti come tutti altri che
in futuro verranno ad habitare in detto loco e casale e loro heredi e futuri
in perpetuamente habiteranno in detto loco godano tutte
le immunità capitoli franchezze e privilegi che godono li cittadini
del suo casale di Cicala in virtù dei capitoli
concessili da V.S.
Ill.ma registrati negli atti di notar Pietro Domenico Foco della
terra di Tiriolo.
Il Conte Carlo Cicala: confirmo ut supra!
Item supplicano
concederli che ognuno di essi supplicanti et altrihabitanti in detto
casale possi farsi un horto à canto la sua casa ò dove li parerà di una
mezza quartata di terreno per ognuno e quello tenerselo chiuso per occasione
di hortalitij e commodità di sua casa e chiuso che sarà non se li possa più
levare da nessuna persona ma di
quelle possa disponerne come di sopra si è detto per le case vigne
epossessioni.
Il Conte Carlo Cicala: confirmo ut supra!
Item supplicano sia servita concederli che per diece primi anni siano
franchi d’ogni angaria come hanno goduto quelli del del casale di Cicala e
che per detti primi diece anni non possino esser conosciuti dalli officiali
di Gimigliano né per cause civili né criminali o miste ma seco dalla persona
che V.S. Ill.ma delegerà per conoscere esse
cause in detto casale come si è fatto con quelli di Cicala.
Il Conte Carlo Cicala: confirmo ut supra!
Item supplicano
V.S. Ill.ma concederli che tanto essi supplicanti come tutti altri cittadini
et habitanti in detto casale e loro heredi
futuri in perpetuum possino allignare o tagliare per uso di loro case
e di loro masserie nel territorio di detta terra di Gimigliano come
tagliano et allignano quelli del casale di Cicala.
Il Conte Carlo Cicala: confirmo ut supra!
Item supplicano V.S. Ill.ma concederli che mentre la cortenon farà
molino in detto casale seu staglio possino andare a macinare dove et in
quale molino ad essi piacerà e fatto sarà detto molino et essendo guasto per
occasione dello impeto delle acque nell’inverno ò per mancamento in tempore
di està oppure non essendo sufficiente per essere esso casale con l’agiuto
di Dio si spera fra breve di copioso numero di habitanti che in tali casi
pure possano andare a macinare ad altri molini
dove loro piacerà senza pena alcuna.
Il Conte Carlo Cicala: confirmo ut supra
Item supplicano V.S. Ill.ma che facendono essi supplicanti chiesa in
detto casale sia servita per il primo anno prestarli o farli prestare li
vestimenti necessari per potervisi celebrare messa.
Il Conte Carlo Cicala: confirmo ut supra
Item supplicano V.S. Ill.ma sia servita concederli licensa che li
fittuari et habitanti in detto casale di Carlopoli possino per tutto lo
stato di V.S. Ill.ma andare armati di scopette à focile non se li possono
prohibire dalli officiali di V.S. Ill.ma anche per essere detto casale posto
in loco di montagna circondato di boschi possino tenere in loro case
scopette à focile delle lunghe et ogni altra sorta di arma non prohibite
dalla regia pragmatica per securtà e custodia loro abbisognando
uscire armati in perseguitione di banditi sensa poterseli dare
impedimenti alcuno dalli ogfficiali di V..S. Ill.ma.
Stefano Monticolli Segretario
Infeudata
Carlopoli sotto i Cicala, molte
genti da Gimigliano e Tiriolo si trasferirono nel nuovo villaggio, o vi
andarono a lavorare,
dedicandosi essenzialmente alla cura dei gelsi che i Cicala avevano
impiantato in gran parte di quel territorio ancora intatto. L’attività di
allevamento del baco da seta, che permetteva, alla conclusione dei vari
processi di coltivazione e lavorazione, il commercio di pregiati tessuti,
era per la nobile famiglia di
antichi mercanti genovesi che furono i Cicala, un affare primario. Essi
dalla Liguria si erano trasferiti a Messina e da lì, verso la fine del XVI
secolo acquistarono dai Carafa la contea di Tiriolo, ch’ebbe titolo di
Principato a partire dal 1630. Il commercio della seta fu fiorente per
moltissimo tempo procurando ricchezza e vitalità. Alla morte del Principe
Carlo Cicala, il figlio e successore Giovan Battista presentò alla “Regia
Camera della Sommaria” il “Relevio”, che era la tassa che il feudatario
doveva pagare al momento del subentro. Per quanto riguardava Carlopoli, egli
dichiarò di possedere le seguenti entrate:
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